Il recepimento della Direttiva UE 2019/882 in Italia
L’Italia ha recepito la Direttiva UE 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA), con il Decreto Legislativo n. 82 del 27 maggio 2022, entrato in vigore il 16 luglio 2022.
L’EAA, come noto, ha lo scopo di rimuovere le barriere all’accessibilità per le persone con disabilità presenti nel mercato interno a causa di norme divergenti negli Stati membri.
Il Decreto Legislativo di recepimento disciplina i requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi che rientrano nell’ambito di applicazione dell’EAA. In particolare, copre sia i prodotti che i servizi immessi sul mercato dopo il 28 giugno 2025, elencati nella Sezione 1 del Decreto Legislativo stesso.
Il D.lgs. 82/2022 stabilisce, inoltre, gli obblighi degli operatori economici finalizzati a garantire l’accessibilità dei loro prodotti e servizi, nonché le sanzioni in caso di violazione.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è l’autorità competente a vigilare sull’applicazione del Decreto 82/2022.
Quali sono i destinatari del D.lgs. 82 del 2022?
I destinatari del Decreto Legislativo 82 del 2022 sono gli operatori economici che immettono sul mercato o forniscono ai consumatori i prodotti e i servizi che rientrano nell’ambito di applicazione dell’EAA.
Gli operatori economici sono definiti come qualsiasi persona fisica o giuridica che, nel quadro della propria attività professionale, partecipa alla fornitura di prodotti o servizi ai consumatori, sia come fabbricante, importatore, distributore, rappresentante autorizzato, fornitore di servizi o qualsiasi altro soggetto economico intermedio.
Gli operatori economici devono:
- rispettare i requisiti di accessibilità stabiliti dal D.lgs. 82/2022 e dagli standard tecnici armonizzati;
- fornire informazioni sull’accessibilità dei loro prodotti e servizi ai consumatori, nonché un meccanismo di feedback per le segnalazioni;
- e, infine, nominare un referente per l’accessibilità che sia responsabile della conformità dei prodotti e dei servizi.
Altre fonti normative primarie in tema di accessibilità
In tema di accessibilità, un ruolo fondamentale è attribuito alla Legge 9 gennaio 2004, n. 4 (c.d. “Legge Stanca”), che disciplina l’accessibilità dei sistemi informatici per i soggetti disabili. Tale legge è stata emanata per recepire la Direttiva 1999/5/CE, relativa alle apparecchiature radio e alle apparecchiature terminali di telecomunicazione e al reciproco riconoscimento della loro conformità.
La Legge Stanca, che in precedenza trovava applicazione sono alle pubbliche amministrazioni, agli enti pubblici economici, alle aziende municipalizzate regionali, alle aziende private concessionarie di servizi pubblici e/o appaltatrici di servizi informatici, in virtù del Decreto Legge 6 luglio 2020, n. 76, recante Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale (c.d. Decreto Semplificazioni”), si applica anche ai soggetti che offrono servizi al pubblico, attraverso siti web o applicazioni mobili, con un fatturato medio, negli ultimi tre anni di attività, superiore a cinquecento milioni di euro.
La Legge Stanca prevede che:
- gli strumenti informatici siano conformi agli standard internazionali sull’accessibilità
- gli enti pubblici pubblichino una dichiarazione di accessibilità e forniscano un meccanismo di feedback per le segnalazioni degli utenti.
La legge attribuisce all’Agenzia per l’Italia digitale (AGID) il compito di vigilare sull’attuazione della normativa e di fornire assistenza tecnica agli enti coinvolti.
Quali sono i compiti dell’AGID in tema di accessibilità?
L’accessibilità degli strumenti informatici è una priorità per l’AGID, l’Agenzia per l’Italia digitale, che si occupa di promuoverla e favorirla sia nella pubblica amministrazione che nei privati.
All’AGID sono attribuiti vari compiti, tra i quali:
- vigilare sull’attuazione della stessa legge;
- fornire assistenza alla Pubblica Amministrazione per l’applicazione della normativa vigente;
- emanare regole tecniche, circolari e linee guida in materia di accessibilità degli strumenti informatici;
- monitorare i siti web e le applicazioni mobili della Pubblica Amministrazione;
- relazionare periodicamente la Commissione europea sugli esiti di monitoraggio;
- verificare l’accessibilità dei servizi digitali erogati al pubblico dai soggetti privati con un fatturato medio nell’ultimo triennio superiore ai 500 milioni di euro e sanzionare nel caso in cui si ravvisino violazioni non risolte;
- divulgare i temi dell’accessibilità nella Pubblica Amministrazione.
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