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CMI-5 E XAPI: I NUOVI STRUMENTI AL SERVIZIO DELLE ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO

cmi-5
Nelle conclusioni di un nostro precedente articolo sullo standard xAPI, abbiamo evocato un ripensamento del Learning Experience Design volto ad una maggiore attenzione sulla gestione della conoscenza centrata sul discente o su gruppi di discenti. Lo standard xAPI, nato per superare i limiti posti dallo SCORM permettendo l’accesso ad una più ampia gamma di esperienze di apprendimento e consentendo di tracciare le diverse azioni dei discenti, come la lettura di un articolo o la visione di un video formativo, ha già aperto gli spazi per una maggior libertà nella progettazione della formazione digitale. Questi spazi necessitano comunque di regole che, utilizzando le specifiche xAPI, permettano di gestire le nuove attività formative anche all’interno degli LMS tradizionali: questo è il compito del nuovo standard CMI-5 e in questo articolo cercheremo di spiegarne obiettivi e funzionamento.

 

 1. Lo standard per il “formal (e-)learning”

Facciamo un passo avanti rispetto al precedente articolo del nostro blog e analizziamo più da vicino la relazione esistente tra lo standard xAPI e lo SCORM.

Spesso ci si riferisce allo standard xAPI come ad una evoluzione dello SCORM, e questo è sostanzialmente vero. Un’analisi più approfondita però evidenzia che mentre lo standard SCORM nel 2001 nasce (come nel 1993 lo standard AICC) per gestire la comunicazione tra LMS e contenuti digitali, lo standard xAPI definisce piuttosto la comunicazione tra l’esperienza di apprendimento di un utente (da qualsiasi canale essa provenga, quindi anche e soprattutto al di fuori di un LMS) e un Learning Record Store (LRS), cioè un repository di tutte le esperienze di apprendimento.

Questa non è una distinzione da poco. A fronte di una serie di vantaggi offerti dall’adozione dell’xAPI nel favorire e stimolare l’apprendimento sociale e informale, questi stessi vantaggi non risultano così evidenti a chi ha necessità di utilizzare le piattaforme LMS per strutturare percorsi formali di apprendimento, dove ad esempio i contenuti siano sotto lo stesso dominio della piattaforma di erogazione e dove il tracciamento sia anch’esso centralizzato e controllato dalla piattaforma e-learning.

Il paradigma della formazione digitale che si sta delineando in questi ultimi anni (pensiamo ad esempio al modello 70:20:10), tiene ormai conto del fatto che la maggior parte dell’apprendimento avviene al di fuori dei tradizionali LMS, relegando la formazione formale al solo 10% del totale. Nonostante questo, non è mai venuta meno la necessità di mantenere o progettare ex-novo corsi on line “formali” gestiti e distribuiti tramite piattaforme LMS: è quindi evidente che la componente formale continua a rivestire un ruolo importante nella formazione digitale e che, parallelamente allo sviluppo di standard focalizzati maggiormente sulla componente informale,  dell’apprendimento, emerge anche l’esigenza di avere a disposizione corsi e-learning che non si limitano al solo tracciamento dei dati che gli attuali standard SCORM e AICC permettono.

Proprio questa esigenza è alla base dello sviluppo del CMI-5 che si configura come la nuova frontiera del “formal (e-)learning” in grado di integrarsi perfettamente con gli strumenti, le tecnologie e gli standard che favoriscono l’apprendimento sociale e informale.

Attualmente l’unica versione del CMI-5 già rilasciata è la cosiddetta Sandstone (arenaria), rivolta principalmente agli sviluppatori di software educativo con lo scopo di raccogliere i pareri e le esigenze specifiche di questo target. La versione iniziale in ambito corporate sarà invece Quartz, ancora in via di sviluppo.

Abbiamo partecipato come uditori ad alcuni incontri del gruppo di lavoro dello standard, incontri coordinati direttamente dall’ADL, e continueremo a seguire passo dopo passo gli sviluppi così da cogliere le ricadute in termini di innovazione nel nostro settore e apportare il contributo della nostra esperienza.

 

2.L’xAPI con le regole: il CMI-5

Lo standard CMI-5 è nato in realtà come evoluzione delle CMI specifications (specifiche CMI – Computer Managed Instruction) in seno all’Aviation Industry Computer-Based Training Committee (AICC). L’intenzione di lavorare alla revisione delle specifiche CMI fu annunciata dall’AICC già nel 2010: ma nel 2012 l’AICC stesso dichiarò di avere adottato l’xAPI all’interno del nuovo CMI-5, costringendosi quindi a riformulare per intero gli obiettivi del proprio lavoro. Nel dicembre del 2014, quando l’AICC si sciolse, l’incarico di sviluppare lo standard CMI-5 passò per intero ad Advanced Distributed Learning (ADL) che ancora oggi porta avanti il progetto.

La nuova specifica CMI-5 mira a definire la modalità con cui una piattaforma LMS e il contenuto didattico comunicheranno con i Learning Record Store (LRS), componenti essenziali dell’xAPI. Affinché ciò sia possibile occorre adattare la piattaforma LMS per renderla conforme al nuovo standard attraverso l’implementazione, al suo interno, di un LRS in grado di registrare tutte le fruizioni secondo le specifiche xAPI.

Questo è il motivo per cui molti vedono il CMI-5 come un particolare caso d’uso dell’xAPI: il caso d’uso “LMS”, che costituisce la perfetta integrazione tra xAPI e CMI-5, tra informal learning e formal learning.

Ma quali sono i vantaggi che questa integrabilità garantisce ai gestori e ai fruitori di contenuti digitali?

 

2.1 Contenuti distribuiti

In primo luogo, CMI-5 offre la possibilità di distribuire i contenuti su più server o su più dispositivi. Cerchiamo di capire concretamente cosa significa.


 

Facciamo anche un esempio di applicazione concreto: il caso in cui vengono acquistati da un fornitore i soli contenuti didattici digitali, avendo “in casa” la piattaforma e-learning.

Lo SCORM ci imporrebbe di copiarli e conservarli nello stesso dominio che ospita la piattaforma LMS, mentre il CMI-5 ci può consentire di lasciare i contenuti acquistati nei server del fornitore secondo il cosiddetto paradigma CAAS ovvero Content-As-A-Service. L’acquisto dei contenuti come “servizio”, e non più come copia del prodotto, può liberare da incombenze, spesso noiose, come la verifica del tracciamento o l’aggiornamento dei contenuti, pur mantenendo intatta la conformità SCORM.

Aiutandoci con alcuni schemi esemplificativi mostriamo quindi graficamente il passaggio dallo SCORM, nel quale LMS e Learning Content risiedono sotto lo stesso dominio, all’innovativo CMI-5, dove notiamo la presenza di un LRS, implementato all’interno della piattaforma LMS, che all’occorrenza dialoga con i Learning Content (AU) i quali, a loro volta, possono risiedere anche all’esterno del nostro sistema.


 

Il CMI-5 definisce la comunicazione tra contenuto digitale, LRS e LMS. Rispetto allo SCORM, con il CMI-5 abbiamo la possibilità di interrogare il Learning Record Store in qualsiasi momento e ciò potenzia notevolmente non soltanto la capacità di immagazzinamento dei dati e la relativa possibilità di analisi, ma anche gli aspetti più propriamente legati alla progettazione didattica.

 

2.2 Condivisione dei dati

Del vantaggio di poter immagazzinare dati legati al tracciamento delle interazioni tra l’utente e il contenuto senza i limiti imposti dallo SCORM abbiamo già parlato. CMI-5 eredita questa caratteristica direttamente dall’xAPI, che consente di conservare audio e video registrati dagli utenti o interi documenti scritti dagli utenti, magari in risposta a una domanda. Poniamo quindi l’accento su un altro vantaggio meno appariscente, ma altrettanto potente: la condivisione dei dati.


 

 

2.3 Le finestre di pop-up

Un ulteriore vantaggio riguarda la gestione delle finestre per il lancio di un’attività didattica. Può apparire strano inserire un vantaggio come questo nel nostro elenco, ma chiunque abbia avuto a che fare con LMS e WBT SCORM compliant, e in particolare gli amministratori di piattaforme LMS, sa che i meccanismi di lancio causano spesso non pochi problemi. Generalmente si ha a che fare con 2 finestre distinte, una per la piattaforma e una per il corso, ma spesso e volentieri le finestre lanciate sono più di 2 e ci si trova a dover risolvere problemi legati ai blocchi pop-up (attivati a vari livelli dal sistema dell’utente) o alla chiusura più o meno accidentale della piattaforma LMS mentre è in atto la fruizione di un corso. Senza contare poi le applicazioni mobile che, come è noto, non gradiscono la gestione di finestre multiple. La gestione di queste problematiche tecniche è possibile anche lo standard SCORM, ma comporta un elevato dispendio di energie per intervenire a livello del software in modi non previsti dallo standard stesso.
CMI-5 invece si prende carico di questo problema e lo risolve. Nel lavoro svolto con gli sviluppatori durante la definizione della versione CMI-5 Sandstone Edition 1 sono state prese in considerazione e soddisfatte anche queste esigenze: con il CMI-5 la piattaforma LMS è in grado di lanciare il corso nella stessa finestra e, una volta lanciato il corso, di “sparire” per poi ricomparire una volta finita la fruizione del corso esattamente nel punto in cui si era interrotta la navigazione, proprio come se si trattasse di una banale navigazione tra le pagine di uno stesso sito.

 

3.Qualche dettaglio tecnico: il CMI-5 come profilo xAPI

Abbiamo detto che il CMI-5 può essere definito come uno specifico caso d’uso dell’xAPI grazie al quale vengono definite le regole per gestire la comunicazione tra LMS – Contenuti – LRS.  È stato quindi definito un set di verbi in stile xAPI specifici per la gestione del meccanismo di lancio e di comunicazione tra LMS e Contenuto (AU – Assignable Unit).
Questi sono i verbi del CMI-5:

  • Launched (dichiarazione che indica che la piattaforma LMS ha lanciato l’AU e che viene usata in combinazione con la dichiarazione Initialized inviata dall’AU);
  • Initialized (l’AU usa tale dichiarazione quando è stata completamente avviata ed è pronta per l’interazione);
  • Completed (l’AU registra tale dichiarazione quando l’utente ha fruito di tutto il materiale pertinente all’AU);
  • Passed (l’AU rilascia questa dichiarazione quando l’utente ha tentato e superato con successo un’attività di verifica);
  • Failed (l’AU registra tale dichiarazione quando lo studente ha tentato e fallito un’attività di verifica);
  • Abandoned (la piattaforma LMS utilizza questa dichiarazione se una AU è stata terminata in modo anomalo);
  • Waived (la piattaforma LMS registra tale dichiarazione per indicare che l’AU è stata saltata dall’utente);
  • Terminated (l’AU deve registrare questa dichiarazione come ultima istruzione di una sessione);
  • Satisfied (la piattaforma LMS usa tale dichiarazione quando l’utente ha soddisfatto i criteri per tutte le AU presenti in un blocco o tutte le AU presenti in un corso).

I verbi elencati rappresentano le “regole” della specifica CMI-5.Chiaramente, seguendo la filosofia dell’xAPI, gli sviluppatori del CMI-5 hanno previsto che possano essere registrate all’interno di un LRS tutte le dichiarazioni desiderate, senza che questo produca un impatto negativo sulla conformità CMI-5.

Approfondiremo ulteriormente questi e altri aspetti tecnici del CMI-5 in un prossimo articolo dedicato.

 

4. Conclusioni

Per finire formuliamo un invito: tutti i venerdì pomeriggio si riunisce on line il gruppo di lavoro CMI-5 (qui la pagina per iscriversi https://github.com/AICC/CMI-5_Spec_Current/wiki ).
Tra una percettibile tazza di caffè americano e qualche trascurabile battuta in slang (per lo meno trascurata dal sottoscritto, data una certa inadeguatezza di fronte allo slang), per almeno un’ora il gruppo procede alacremente alla stesura delle specifiche e alla raccolta di feedback.
Noi chiaramente continueremo a seguirne gli sviluppi – visto che stiamo rilasciando il nostro nuovo Modello di formazione digitale – e ad aggiornarvi sullo stato dell’arte.
Voi non esitate a partecipare direttamente o a scriverci per richiedere maggiori chiarimenti: saremo lieti di rispondere e di approfondire insieme le novità emergenti.

 

 

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