Written by admin_eco• 15/07/2022• Approfondimenti

#2domande a Piercarlo Romeo

Piercarlo Romeo è un esperto di alta formazione manageriale, formazione aziendale esperienziale, consulenza strategica e business coaching. Nel 2010 ha fondato FYM, società con la quale si occupa di sviluppo e formazione attraverso metodologie esperienziali, pratiche e innovative.

Insieme al suo collega Alberto De Panfilis quest’anno ha curato per E-CO due corsi sulla comunicazione a distanza: uno riguarda la comunicazione scritta, in particolare le e-mail, mentre l’altro approfondisce le riunioni con i clienti.

Gli abbiamo rivolto le nostre “2 domande”: scopriamo come ha risposto!

#1 – Perché, oltre all’efficacia e all’efficienza, è strategico saper scrivere e-mail che siano anche “eleganti”?

L’eccessivo focus su efficacia ed efficienza potrebbe farci perdere di vista un fattore molto importante nelle relazioni e negli scambi comunicativi: la gradevolezza e la piacevolezza dello scambio stesso.

Il principio di eleganza, che abbiamo formulato circa 10 anni fa in FYM, ci invita a tenere conto di questo fattore. E per eleganza non intendiamo eccessi di formalità o l’uso di un linguaggio aulico e forbito, ma un approccio minimale, semplice e “pulito”, che possa generare piacere e apprezzamento nei nostri interlocutori.

Parliamo quindi di eleganza comportamentale e nella scrittura delle e-mail di lavoro parliamo in particolar modo di eleganza comunicativa. Una e-mail elegante risulta quindi gradevole, d’impatto, di facile lettura e stimolante per lo sviluppo degli scambi e delle relazioni professionali. Aggiungo che negli anni abbiamo scoperto che l’eleganza comunicativa influenza più o meno direttamente anche l’efficacia professionale: se riusciamo ad essere eleganti nelle nostre comunicazioni, ne aumentiamo anche l’efficacia, quindi i suoi impatti e la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Per usare un paradosso e un gioco di parole, potremmo dire che a parità di efficacia, l’e-mail più elegante risulterà più gradevole, di maggiore impatto e quindi più efficace… annullando così il concetto stesso di parità di efficacia.

#2 – Le riunioni a distanza con i clienti, oltre che con i colleghi, sono diventate una prassi non solo emergenziale: quale può essere il primo consiglio utile per coniugare il raggiungimento degli obiettivi e la cura della relazione?

Le riunioni a distanza sono state una recente prassi per noi italiani. All’estero, soprattutto nei Paesi anglosassoni e in altri contesti internazionali, erano già ampiamente utilizzate e anche con altissimi livelli di efficacia, anche nelle relazioni professionali con i clienti.

Spesso cadiamo nella trappola di pensare che incontrarsi di persona sia sempre meglio di incontrarsi digitalmente; ma non è sempre così. Anzi. Anche i clienti iniziano a preferire incontri veloci e “comodi”, senza spostamenti fisici e particolari organizzazioni logistiche.

Ovviamente bisogna stare attenti a vari fattori, relazionali e non, che nelle riunioni a distanza diventano ancora più influenti e centrali. Il primo fattore di vantaggio delle riunioni a distanza con i clienti è dato dalla possibilità di svolgere incontri più brevi, comodi per entrambe le parti e, soprattutto, più frequenti, aumentando così la “cura del cliente” e di conseguenza della relazione stessa. Ecco che brevità, efficacia, flessibilità (soprattutto oraria) e puntualità, comodità (evitando spostamenti), frequenza e distribuzione nel tempo delle riunioni a distanza, aumentano la qualità percepita da parte del cliente, influenzando positivamente la relazione professionale.

Sicuramente guardarsi negli occhi e condividere un caffè in presenza sono elementi insostituibili, ma giocando le “giuste carte” i clienti potrebbero iniziare a preferirci per il nostro modo di servirli e di interagire con loro anche a distanza. E sottolineo “anche”, e non solo a distanza.