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Patto di stabilità e di crescita (PSC): evoluzione e nuove regole

Quando si parla di Patto di Stabilità e di Crescita (c.d. “PSC”) ci si riferisce ad uno strumento con il quale l’Unione Europea richiede agli Stati membri il rispetto di alcuni parametri di bilancio.

Il PSC è, di fatto, uno dei pilastri su cui si regge l’UE e serve ad armonizzare le politiche di bilancio pubblico perseguite dai Paesi membri. Lo scopo è quello di garantire la stabilità economica interna e si basa su due parametri fondamentali:

  • il rapporto deficit/PIL;
  • il rapporto debito pubblico/PIL.

Secondo i parametri del Patto di Stabilità e di Crescita, il rapporto deficit/PIL non deve superare il 3% e il rapporto debito pubblico/PIL deve essere al di sotto del 60%. Stando alle parole della Commissione europea, i parametri “mirano a evitare che le politiche di bilancio vadano in direzioni potenzialmente problematiche” e a “correggere disavanzi di bilancio o livelli del debito pubblico eccessivi”.

Per capire meglio facciamo due esempi:

  • Il Paese X ha un Prodotto Interno Lordo di 100 miliardi di euro. Secondo i parametri del PSC, il rapporto deficit/PIL non deve superare il 3%. Questo significa che il deficit di bilancio del Paese X non dovrebbe superare i 3 miliardi di euro (3% di 100 miliardi). Se il Paese X registra un deficit di 4 miliardi di euro, sarebbe in violazione del parametro del deficit e potrebbe essere soggetto a misure correttive da parte della Commissione Europea;
  • Consideriamo ora il rapporto debito pubblico/PIL. Il debito pubblico del Paese Y è di 70 miliardi di euro. Secondo i parametri del PSC, questo rapporto deve essere al di sotto del 60%. Nel nostro esempio, il rapporto debito pubblico/PIL del Paese Y è del 70% (70 miliardi di euro su 100 miliardi di euro), quindi superiore al limite del 60%. Questo significa che il Paese Y dovrà adottare misure per ridurre il proprio debito pubblico e rientrare nei parametri stabiliti.

Ma facciamo un passo indietro…

Formalmente, il Patto è costituito da una risoluzione e da due regolamenti del Consiglio Europeo (adottati nel 1997) che ne precisano gli aspetti tecnici (controllo della situazione di bilancio e del coordinamento delle politiche economiche e applicazione della procedura d’intervento in caso di deficit eccessivi).

I Regolamenti sono stati modificati dapprima nel 2005, e successivamente nel 2008 a seguito della crisi economico- finanziaria che ha colpito anche i paesi dell’Eurozona.

Le regole di governance economica dell’Unione Europea sono state poi rafforzate nel 2011 con il c.d. six pack, nel 2012 con il fiscal compact e nel 2013 con il two pact. Si tratta di disposizioni che comprendono riforme del patto di stabilità e di crescita volte a rafforzare la sorveglianza delle politiche di bilancio e ad applicare le misure esecutive con maggiore coerenza.

Dopo la sospensione a causa del Covid, Il Patto torna operativo dal 2024 e inaugura la nuova stagione dei meccanismi che regolano le finanze pubbliche e che interesseranno le “Finanziarie” a partire dal 2025.

Sono state rafforzate le norme per sostenere la capacità di un governo di investire. Ora sarà più difficile per la Commissione Europea sottoporre uno Stato membro a una procedura per i disavanzi eccessivi se saranno in corso investimenti essenziali. Tutte le spese nazionali per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall’UE saranno escluse dal calcolo delle spese di un governo, creando così incentivi agli investimenti.

Gli Stati con un debito eccessivo saranno tenuti a ridurlo in media dell’1% all’anno se il loro debito è superiore al 90% del PIL, e dello 0,5% all’anno in media se è tra il 60% e il 90%. Se il disavanzo di un Paese è superiore al 3% del PIL, dovrebbe essere ridotto durante i periodi di crescita per raggiungere l’1,5% e creare una riserva di spesa per periodo con condizioni economiche difficili.

Patrizia Crescenzi
Esperta di economia ed ex dirigente del MEF

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