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BRICS Plus: una nuova prospettiva negli equilibri globali

Il gruppo dei BRICS, acronimo che dal 2001 indica le principali economie emergenti non occidentali (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), si è ampliato dal gennaio 2024 – diventando “BRICS +” – con l’ingresso di cinque nuovi Paesi membri: Etiopia, Egitto, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Questa espansione rappresenta un passo significativo verso la formazione di una coalizione globale che unisce grandi potenze economiche, come Cina, India e Russia, e nazioni africane e mediorientali ancora in via di sviluppo.

I BRICS+ rappresentano oggi circa il 44% della popolazione mondiale ed il 37,3% del PIL globale. Alcuni dei Paesi che appartengono al BRICS +, inoltre, sono tra le potenze energetiche e petrolifere più importanti del mondo: si pensi in particolare ai nuovi arrivati come Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Iran. Si delinea quindi un assetto internazionale multipolare che sta ridefinendo gli equilibri globali dal punto di vista economico e geopolitico.

Il scopo dichiarato dal Gruppo è quello di costruire un ordine economico, commerciale e finanziario alternativo a quello creato dagli Stati Uniti alla fine della Seconda guerra mondiale. A tal fine, nel vertice di luglio 2014 di Fortaleza in Brasile, i Paesi del BRICS hanno proceduto alla costituzione della “Nuova Banca di Sviluppo” (New Developement Bank – Ndb).

La decisione di realizzare istituzioni finanziarie alternative rispetto a quelle create a Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale e Banca mondiale) era già stata assunta nel precedente vertice di Durban in Sudafrica del marzo 2013, a seguito del rifiuto dei paesi del G7 di riformare il FMI attuando una più equa distribuzione delle quote di voto a beneficio dei paesi emergenti.

La grande innovazione introdotta dalle nuove istituzioni, tuttavia, è costituita dal diverso approccio nell’erogazione dei finanziamenti che, infatti, vengono concessi sia ai paesi emergenti che alle altre economie sviluppate, individuandone di concerto gli obiettivi, in genere infrastrutturali, ma, soprattutto, senza subordinarli all’imposizione di vincoli e di politiche neoliberiste.

Parallelamente alla Nuova Banca di sviluppo, è stato creato un Fondo di riserva, che ha assunto la denominazione di Contingent Reserve Arrangement (Cra) ed ha come obiettivo primario la riduzione della dipendenza dei Paesi del BRICS da fonti esterne di finanziamento, cercando di offrire un’alternativa al Fondo Monetario Internazionale in qualità di prestatore di ultima istanza. In buona sostanza, il Fondo fornisce due tipi strumenti: liquidità e misure precauzionali, per affrontare potenziali pressioni a breve termine, reali o potenziali, sulla bilancia dei pagamenti.

Patrizia Crescenzi
Esperta di economia ed ex dirigente del MEF

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